Arnica
La droga è costituita dai capolini fioriti di Arnica montana, pianta erbacea rizomatosa perenne alta fino a 60 cm, appartenente alla famiglia delle Composite.
Ha grandi fiori di colore giallo oro simili a margherite, dai caratteristici petali ligulati dall'aspetto "disordinato", poiché sono disposti in tutte le direzioni.
Le radici e i fiori emanano un intenso profumo aromatico che può provocare lo starnuto; infatti, per alcuni il nome Arnica deriva dal greco ptarmicòs, che significa starnutatorio.
Altri invece fanno derivare il suo nome dal vocabolo greco arnakis, dal significato di "pelle d'agnello", alludendo alla particolare tessitura delicata delle foglie, glabre nella pagina inferiore e pubescenti (= ricoperte di fitta e corta peluria) sulla pagina superiore.
Al genere Arnica appartengono circa 20 specie, tutte diffuse in zone temperate e fredde; anche l'Arnica montana, unica specie spontanea in Italia, predilige un clima decisamente freddo, infatti vegeta tipicamente negli alti pascoli montani della catena Alpina, da cui il nome.
L'Arnica è chiamata in Italia anche col nome popolare "Tabacco di montagna", in Francia "Tabac des Vosges", in Inghilterra "Mountain snuff" o "Mountain tobacco", perché le popolazioni delle zone montane, in cui l'Arnica prospera, la utilizzavano come tabacco da fiuto, dopo averla essiccata e polverizzata.
Tempo balsamico:
La raccolta dei fiori avviene da giugno ad agosto; vanno fatti essiccare all'ombra e riposti in luogo fresco e asciutto, al riparo dalla luce.
Proprietá:
All'Arnica sono riconosciute proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antiecchimotiche. Ne è consigliato solo l'uso esterno.
Indicazioni:
L'Arnica è utilizzata per applicazioni locali sotto forma di crema, in caso di contusioni, ecchimosi, edemi da frattura, ematomi, distorsioni, dolori muscolari e articolari. L'applicazione è consentita solo su pelle integra, che non presenti abrasioni o tagli, poiché potrebbe indurre dermatiti pruriginose.
Controindicazioni:
L'uso interno è desueto e anzi è sconsigliato, poiché la sua assunzione può provocare cefalea, dolori addominali, turbe vasomotorie e respiratorie, tachicardia.
Preparati estemporanei con soluzioni idroalcoliche a concentrazioni eccessivamente elevate, o applicazioni troppo prolungate con fasciatura, possono provocare infiammazione, prurito, vesciche, per cui se ne consiglia l'uso tramite preparati già pronti, preferibilmente come pomata dalla concentrazione standardizzata, sperimentata e sicura.
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